L’età pensionabile continua ad aumentare di anno in anno e diventa sempre più lontano il momento in cui, dopo tanti e tanti anni di sudato lavoro, si potrà finalmente ottenere il meritato, e, soprattutto, retribuito, riposo.
Lo scorso ottobre 2017 il governo ha però ha approvato un decreto attuativo della legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017), che, a partire da febbraio del corrente anno, ha concesso a tutti i lavoratori iscritti alle varie Gestioni pensionistiche INPS (dipendenti pubblici e privati, autonomi e iscritti alla Gestione separata), possedenti determinati requisiti specifici, di richiedere il cosiddetto APe (Anticipo Pensionistico) volontario, ovvero un “anticipo finanziario a garanzia pensionistica”, erogato dagli istituti di credito in quote mensili per 12 mensilità (non è prevista la tredicesima) e riconosciuto in fase sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2019.
Come anticipare la pensione
Una sorta di “pensione anticipata”, che consentirà ai lavoratori prossimi all’effettiva pensione di vecchiaia di ricevere in anticipo, ogni mese, una somma di denaro, per potersi ritirare prima del tempo dalla propria attività professionale o, anche, scegliere di continuare a svolgere la propria professione, potendo aggiungere, però, alla consueta retribuzione un ulteriore importo in denaro, per aumentare provvisoriamente il proprio reddito.
Ma che cos’è precisamente l’APe volontario? Nonostante il nome possa trarre in inganno, è importante capire che non si tratta di una vera e propria pensione anticipata, letteralmente intesa, ma, piuttosto, di un prestito fornito dalle banche aderenti al lavoratore richiedente, che verrà restituito a partire dalla prima ricezione dell’assegno mensile della pensione di vecchiaia, proprio attraverso una decurtazione da quest’ultimo, e dai futuri ratei pensionistici, da parte dell’INPS, trattenute che si divideranno in 240 rate per 20 anni. È possibile, però, se lo si preferisce, anche estinguere il prestito parzialmente o totalmente prima del termine fissato.
Tale prestito viene erogato per un periodo minimo di 6 mesi e massimo di 3 anni e 7 mesi, fino al raggiungimento del diritto alla pensione effettiva, e decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso all’APe. Questo finanziamento, inoltre, prevede un importo minimo richiedibile, pari a 150 euro mensili, e un importo massimo, che non può superare:
- il 75% dell’importo mensile netto dell’assegno previdenziale futuro, se la durata di erogazione dell’APe è superiore a 36 mesi;
- l’80% dell’importo mensile netto del trattamento pensionistico, se la durata di erogazione dell’APe è compresa tra i 24 e i 36 mesi;
- l’85% dell’importo dell’assegno mensile pensionistico, se la durata di erogazione dell’APe è compresa tra 12 e 24 mesi;
- il 90% dell’importo mensile della pensione futura, se la durata di erogazione dell’APe è inferiore a 12 mesi.
L’APe è un prestito non solo garantito dal fondo pensionistico ma anche assicurato contro il rischio di premorienza: in caso di morte del pensionato prima della totale estinzione del debito, infatti, sarà l’assicurazione indicata in fase di domanda a versare la somma rimanente all’istituto bancario che ha erogato il prestito, senza alcuna decurtazione da eventuali pensioni spettanti agli eredi del deceduto.
Ape e reddito Irpef
L’APe, inoltre, non costituisce reddito ai fini dell’IRPEF, ma prevede, come tutti i prestiti, un tasso di interesse e un premio assicurativo per la copertura dal rischio di premorienza, a fronte dei quali l’INPS riconosce un credito di imposta annua di un massimo del 50% dell’importo, corrispondente a 1/20 degli interessi e dei premi assicurativi stabiliti da contratto.
Proprio per il fatto che l’APe non è semplicemente un anticipo del trattamento pensionistico ma un prestito che va ripagato, l’INPS ha messo a disposizione dei cittadini un simulatore on line per calcolare se convenga o meno richiedere tale finanziamento (le penalizzazioni sulla futura pensione per il richiedente, infatti, variano a seconda della somma richiesta e della durata del prestito). Con il servizio telematico “APE Volontario – Simulatore”, inserendo i tuoi dati e le informazioni necessarie, potrai, infatti, calcolare approssimativamente:
- l’importo mensile dell’APe;
- la sua durata;
- la rata di rimborso del prestito che verrebbe decurtata ogni mese dalla tua pensione futura.
Requisiti richiesti per l’anticipo
Ma quali sono i requisiti per accedere all’APe volontario? Le condizioni stabilite dalla normativa per avere diritto a tale anticipo pensionistico, come si legge sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, sono le seguenti:
- età minima di 63 anni (63 anni e 5 mesi per chi presenterà la domanda nel 2019, a causa dell’aumento a 67 anni dell’età pensionabile);
- almeno 20 anni di contributi versati;
- maturazione del diritto di ricevere la pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi dalla presentazione della domanda di APe e non meno di 6 mesi prima della pensione effettiva;
- un importo minimo del futuro assegno pensionistico mensile, al netto della trattenuta per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore di 1,4 volte quello del trattamento minimo previsto dall’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), ovvero poco più di 700 euro lordi nel 2018;
- un importo minimo della pensione di vecchiaia non inferiore a 1,5 volte quello dell’assegno sociale, nel caso dei soggetti il cui primo accredito contributivo decorra dal 1 gennaio 1996.
L’APe volontario non richiede necessariamente la cessazione dell’attività lavorativa ed è compatibile anche con altre forme di sostegno al reddito, così come con l’APe sociale. Sono, invece, esclusi dall’accesso alla pensione anticipata coloro che ricevono già la pensione di vecchiaia o quella di invalidità.
Come fare la domanda
Sono previsti due passaggi: innanzitutto, bisogna inoltrare all’INPS, direttamente o tramite un intermediario autorizzato, la Domanda di certificazione del diritto a ricevere l’APe, servizio on line disponibile alla pagina dedicata all’APe sul sito dell’istituto previdenziale, accedendo mediante l’identità digitale SPID, almeno di secondo livello, o il PIN INPS. Dal momento della presentazione, l’INPS avrà 60 giorni di tempo, poi, per verificare il possesso da parte del richiedente dei requisiti previsti dalla legge e certificare così il suo diritto a ricevere l’anticipo pensionistico. In caso di accoglimento della domanda, l’INPS comunica al lavoratore anche l’importo minimo e massimo del prestito che potrà richiedere.
Una volta confermato il diritto a ricevere l’APe da parte dell’INPS, l’interessato potrà procedere all’invio della domanda vera e propria di accesso al finanziamento, anche in questo caso telematicamente, attraverso il servizio “APe volontario – domanda di anticipo finanziario a garanzia pensionistica”, sempre utilizzando le sue credenziali SPID di secondo livello o il PIN INPS. L’Istituto di Previdenza Sociale ha messo a disposizione degli utenti anche un manuale con le istruzioni operative su come compilare tale domanda.
La domanda di accesso all’APe comprende in sé, oltre alla richiesta di finanziamento e di assicurazione, anche l’istanza di accesso al fondo di garanzia e la domanda di pensione di vecchiaia. In essa l’interessato deve comunicare sia l’istituto finanziatore a cui intende richiedere il prestito che la compagnia assicurativa a cui richiede la copertura per il rischio di premorienza, oltre alla quota mensile di APe che vuole ricevere.
Recesso da APe Volontario
La domanda di anticipo pensionistico non è revocabile, salvo il diritto di recesso da esercitarsi entro 14 giorni dalla pubblicazione on line dell’accettazione del contratto di finanziamento da parte della banca erogatrice. In caso di recesso, così come nel caso di rigetto della domanda da parte dell’istituto finanziatore, quest’ultima decade.
In caso, invece, di accoglimento della domanda di APe, la banca coinvolta comunica l’esito positivo al richiedente e all’INPS, che pubblica il contratto di finanziamento sul suo sito, nella sezione dei servizi APe dedicati al richiedente. La prima rata dell’APe viene corrisposta il primo giorno bancabile del terzo mese successivo alla data di presentazione della domanda, insieme ai ratei arretrati maturati, al premio assicurativo e alla commissione per l’accesso al fondo di garanzia.