Link Building: Intervista a Ivano Di Biasi

link building libro

La Link Building è uno degli strumenti più importanti ed efficaci per posizionare un sito su Google ed ottenere traffico da ricerca organica, ma è anche l’attività di SEO sulla quale Google stesso fa più controlli.

Le potenzialità della link building sono incredibili: a parte l’aumento del traffico può aiutare molto nelle conversioni e nelle vendite e dunque ogni imprenditore che si rispetti dovrebbe conoscerla e sfruttarla nell’ottica del funnel di vendita.

Ivano di Biasi e il Manuale di Link Building

Per la fortuna di tutti noi esiste un libro anzi un manuale pratico – l’unico pubblicato in italiano – che spiega in maniera approfondita che cos’è la link building, come applicarla nel proprio sito e come sfruttarla per tutte le attività correlate.

Questo libro si chiama ‘Link Building: aumenta l’autorevolezza del tuo sito e scala le vette dei motori di ricerca‘ ed è stato scritto da una delle maggiori personalità in Italia in ambito SEO: Ivano Di Biasi, che è anche l’ideatore e il fondatore di Seo Zoom.

Fa parte della collana Webbook di Flaccovio Editore e potete acqusitarlo online su webintesta.it. Personalmente ne sono rimasto molto colpito ed ho voluto incontrare il suo autore per un’intervista che approfondisse alcuni temi del libro.

Oltre ad essere molto bravo nelle cose che fa, da buon napoletano Ivano Di Biasi è anche molto simpatico e disponibile e quindi questa intervista è diventata più una chiacchierata tra amici su un argomento fondamentale per tutti coloro che si occupano di SEO.

ivano di biasi

Link Building: come funziona?

D: Ivano, anzitutto grazie per avermi concesso l’intervista e del tempo che ci dedicherai. Come sai Small Business Italia è un magazine per la Pmi quindi parto subito con una domanda pratica.

Un imprenditore che ha una piccola attività online e non ha budget deve incominciare a lavorare sulle tecniche di link building per il proprio sito?

R: Potrebbe anche non averne bisogno della link building, nel senso che non è un’attività necessaria, ma è l’ultima spiaggia – o meglio io la chiamo così.

D: Addirittura?

R: Si, perché la link building va fatta quando c’è una competizione talmente forte che tutto quello che puoi fare on page e on site non fa la differenza in termini di scalata alla Serp. Quindi in quel caso rimane solamente la modalità del link building.

D: Mi stai dicendo che la link building non è un discorso valido per tutti i siti ma solo per colorro che vogliono scalare una keyword in particolare?

R: La link building viene fatta nel momento in cui c’è un settore talmente competitivo dove tutti quanti lavorano bene, tutti quanti fanno dei contenuti di alta qualità e quindi non si riesce a fare la differenza solo con i contenuti, non si riesce a superare i competitor pur avendo fatto un ottimo lavoro on page.

L’unico modo per superarli è quello di diventare più popolare.

Link Interni e Link Esterni

D: Chiaro, e lo fai costruendoti un’autorevolezza. Ma andiamo nel pratico, se io volessi per un articolo specifico lavorare sul link building – premesso che prima dovrei fare una ricerca di keyword, piano editoriale, etc – quando inizio a scrivere l’articolo per scalare quella keyword che mi interessa come mi devo comportare? Devo fare prima tutti i link interni e poi iniziare con i link esterni?

R: Si, ti spiego: anzitutto non si lavora più a keyword perché non ha senso lavorare per la singola parola chiave. Se analizzi con qualsiasi strumento un articolo pubblicato online se questo è fatto bene ti renderai conto che si posiziona per centinaia di keyword differenti.

D: Le cosiddette longtail?

R: Non proprio. Anche quello delle longtail è un concetto abbastanza vecchio, nel senso che quello che si va ad intercettare non è la parola chiave e basta ma è l’intenzione di ricerca.

D: Cos’è l’intenzione di ricerca?

R: Vuol dire accontentare con il proprio contenuto tutti gli utenti che hanno quella intenzione li. A prescindere da come vadano a fare la ricerca, perché ciascuno la può fare in mille modalità differenti.

D: Ho capito. Sposta tutto su un altro piano: analisi semantica e oltre.

R: Considera che io non la guardo proprio la keyword singola quando lavoro. Devo guardare nella totalità tutte le possibili ricerche che l’utente andrà a fare su quell’argomento. Non posso limitarmi ad una singola keyword o ad una longtail.

D: D’accordo ma come si fa a scrivere un articolo che si va a posizionare per centinaia di parole chiave?

R: Ovviamente ti verrebbe in mente di dire: ci butto dentro tutte le domande possibili e immaginabili su quell’argomento. In realtà Google non ha bisogno che tu inserisca quel tipo di testo preciso della domanda, basta toccare i tasti giusti.

D: In che modo riesci a toccare i tasti giusti? Cosa significa?

R: Vuol dire centrare il focus dell’articolo e quindi capire quali argomenti andare a trattare per fare capire a Google che stai rispondendo a quell’insieme di domande.

D: Molto interessante. Mi sembra anche molto complesso rispetto a provare a scalare una singola parola chiave.

Il Search Intent

R: E’ completamente diverso come approccio, e l’unico strumento al mondo che fa una cosa del genere è Seo Zoom.

E lo fa perché lavora provando a capire per quali valori chiave si vanno a posizionare determinate pagine che hanno in comune le keyword che ci interessano e quindi ci escono fuori tutti gli argomenti, tutti i topic che hanno trattato nello specifico queste pagine. Lo strumento analizza i search intent.

D: Quindi è proprio una modalità di lavoro completamente diversa rispetto a qualche anno fa, nel senso che se volessi parlare di un argomento X è come se facessi un libro e lo sviluppassi in tanti capitoli?

R: Non esattamente così.

Posizionamento e link building

D: Come lavoreresti? Se devi posizionare o ti vuoi posizionare su un argomento come imposteresti il link building?

R: Allora, per primo dovrei capire a chi voglio rispondere quindi parlo di un argomento specifico e posso trattarlo da vari punti di vista.

Ogni argomento esistente può essere trattato e scritto in diversi modi. Se vai da un copywriter seo e gli dici scrivimi un articolo su un argomento lui ti fa un articolo generico, ovvero un articolo quasi sempre di tipo enciclopedico, come una pagina di wikipedia per capirci.

In realtà un articolo del genere non risponde assolutamente a niente in termini di ricerca organica perché è un articolo scritto da un copy senza rispondere a nessuna esigenza.

Mentre se vuoi rispondere precisamente a delle esigenze di qualcuno riguardo ad un argomento specifico, l’articolo deve prendere un taglio completamente diverso e rispondere soltanto a determinate domande degli utenti su un focus particolare.

Quello che farei all’atto pratico è fare l’articolo principale che parli abbastanza genericamente dell’argomento, con una link interna verso i vari focus – gli altri articoli o pagine interne – che diventano gli approfondimenti e rispondono all’esigenze di varie tipologie di utenti con esigenze diverse.

Si possono fare articoli sullo stesso argomento ma con focus diversi che rispondono a keyword completamente diverse.

Link Building e SEO

D: La linking interna può aiutare nel SEO?

R: Certo, aiuta tantissimo perché aumenta la rilevanza dei vari articoli in quanto collegati al principale e quindi si crea quello che viene definito un contesto. In quel contesto si diventa rilevanti, con i link interni si diventa comunque più forti perché facciamo capire a Google che le pagine interne per noi sono importanti e correlate, dopo di che se non riusciamo a vincere in termini di posizionamento si parte con i link che vengono da fuori quindi con i backlink.

D: Chiarissimo. Ma a parte i link esterni, quando fai il link building ha senso inserire nella pagina dei link esterni a siti più importanti (Wikipedia, etc) ? Acquisisci autorevolezza in questo modo?

R: No, assolutamente no. Sono quelli che io chiamo link building take away. Sono delle credenze che vengono messe in giro ma non hanno una loro affidabilità. Diciamo che non è necessario linkare nel proprio articolo siti esterni più autorevoli perché se ci pensi una cosa del genere non ha senso anzi può confondere Google.

E’ una paura infondata quella di dover inserire nel proprio articolo un link a Wikipedia per aumentare la propria authority.

D: Ok, questo è importante perché invece tanti sostengono questa tesi ancora oggi. C’è tanta confusione in giro riguardo la link building quindi meglio fare chiarezza.

R: Ti faccio un esempio pratico per capire la link building: pensa al link come se fossero dieci euro. Se ne dò mezzo a te e mezzo a Wikipedia, ti sei preso cinque euro quando ne potevi prendere dieci (Ride).

D: Invece parliamo dei link esterni. In teoria dovrebbero essere tutte cose naturali, nel senso che si pubblica un contenuto di valore e gli altri siti condividono in maniera naturale quel contenuto con un link dofollow.

Invece ho visto che tanti usano quelli che vengono definiti PBN.

R: Private Blog Network: un network di siti dello stesso proprietario. In realtà molti tra cui anche degli amici le chiamano PBN ma in realtà sono dei veri siti. I PBN sono una struttura che viene creata solo per mettere dei link verso un sito principale in realtà molti hanno un loro network di siti fatti bene che portano avanti ospitando dei cosiddetti guest post.

D: Ok, in quel caso quindi non hai network vuoti che possono penalizzarti su Google.

R: Si, ma chissà perché li chiamano PBN. La vera PBN è il male assoluto, sono delle reti create apposta e vanno evitate nel modo più assoluto perché portano a delle pensalizzazioni su Google.

Come trovare Guest Post

D: Ha senso acquistare dei guest post da altri siti?

R: I Guest Post sono molto utili: io li acquisto ma lo faccio da siti scelti. Nel senso che non acquisto guest post dai gruppi di facebook dove ci sono offerte del tipo: ‘vendo 4 slot di guest post’, perché quelli sono siti che vendono link un tanto al chilo a tutti quindi il valore intrinseco del sito è basso, dato che è solo un contenitore di guest post e non ha contenuti di qualità nè una community vera dietro – e il link da questi siti in realtà vale molto poco.

D: E come faresti tu?

R: Sono io che seleziono i siti che mi interessano e facio io la proposta al sito di vendermi un guest post.

D: Ah ok, quindi li contatti direttamente.

R: Assolutamente, devo scegliere io il sito che pubblica i miei post. Non devo prendere tra quello che c’è disponibile perché già vende backlinks. C’è una bella differenza.

Serp e Zoom Authority

D: Ma come fai a valutare la qualità dei siti che contatti per i guest post? Valuti esclusivamente la qualità dei contenuti e del testo o vai a vedere le mteriche, la rilevanza, la Zoom Authority visto che hai citato la tua creatura Seo Zoom…

R: Tutte le metriche che utilizzano i vari tool sono degli algoritmi proprietari quindi valutano un sito con parametri che non sono quelli utilizzati da Google.

Quando ho progettato SeoZoom ho pensato che la Zoom Authority semplicemente deve capire solo alcuni parametri:

  • come sta andando il sito, quindi quanto è posizionato
  • quanto è stabile il sito nel posizionamento
  • opportunità, cioè dove può arrivare in futuro

Sono questi tre parametri che vengono usati per calcolare la Zoom Authority.

Come facciamo a vedere questo? Lo vediamo dalle SERP di Google quindi non ci siamo inventati un algoritmo che stabilisce l’autorità di un sito secondo i nostri parametri ma semplicemente secondo la SERP. E’ un parametro reale e io quando devo scegliere un sito per la link building l’unico parametro che vado a valutare è proprio la zoom authority.

Poi vado a vedere l’andamento del sito, se cioè il sito è in calo o è in salita perché potrebbe avere una zoom authority decente ma comunque essere un sito in calo perché non viene aggiornato con continuità e se non piace a Google il guest post avrà un valore praticamente nullo.

Spesso scelgo dei siti con Zoom Authority bassa (ZA 15-20) ma in crescita, in questo modo li pago poco ma dopo qualche mese mi trovo dei siti con una zoom authority alta e ne beneficia la mia pagina che ha un link dentro quei siti.

D: Supponiamo che trovi un sito che ti piace e lo contatti. Il sito scrive un articolo originale e in che modo lo collega al tuo articolo e alla tua keyword?

R: Come ti dicevo poco fa non lavoro più sulla keyword perciò non ho la necessità di fare dei link ad ancora esatta (anchor text, NdR) non mi interessa forzare così una parola chiave.

Provo sempre a linkare con molte variazioni di keyword che abbiano senso compiuto nella lettura. Non metto ad esempio hotel rimini o roba del genere, come si faceva una volta ma maggiormente linkiamo da brand.

Quindi facciamo il link con il marchio o con il nome del sito: link puliti che comunque trasferiscono una spinta, è vero che non daranno molta spinta sulla parola chiave specifica ma comunque a me non interessa una sola parola chiave, salgono tutte quante comunque.

D: Ti interessa l’authority generale.

R: Si, salgono tutte anche se fai il link dal nome brand.

D: Questa cosa è molto interessante, quindi per fare una buona link building non c’è più bisogno di fare un anchor text esatto?

R: No, io non ho questa necessità anche se, se spingi l’anchor text esatta la salita ce l’hai su quella parola chiave, assolutamente si.

D: Se hai un sito di qualità.

R: Si, e se il link viene messo nell’articolo giusto quindi che parla esattamente di quello di cui parla il post che vuoi fare salire e ha lo stesso focus. Se e’ così, Google capisce che il tuo sito è l’approfondimento dell’articolo esterno.

D: Senti Ivano ma qual è il segreto della link building? Se esiste ovviamente…

R: Guarda Stefano, la cosa più importante quando si fa link building è creare un articolo che parli di tutti gli argomenti di cui parla la pagina di destinazione.

Quindi si aumenta la rilevanza del collegamento tra le due pagine perché il primo parla esattamente delle risposte che da il secondo. Il primo articolo, quello che viene creato sul sito A deve far capire a google che quel link verso il sito B significa che su B troverò le risposte e l’approfondimento dei temi trattati su A.

Bisogna fare articoli fortemente in focus, sia quello scritto che quello che riceve il link.

D: Parliamo un attimo di testo duplicato. Supponiamo che il sito che mi stia linkando abbia fatto copia e incolla del mio contenuto.

R: Stefano, di queste dinamiche esterne il sito che riceve non deve preoccuparsi, non ha alcun tipo di problemi. Casomai il problema sarà di chi va a pubblicare l’articolo con testo copiato da altri, ma per chi riceve non ci sono problemi.

D: Quindi non sarà mai un problema per chi ha scritto per primo il testo originale.

R: Esatto, una volta ho fatto un esperimento pubblicando centinaia di volte lo stesso articolo in automatico ovunque con il link dentro e il sito ricevente – quello con il testo originale – non ha mai avuto problemi di alcun tipo nè penalizzazioni da parte di Google.

D: Quindi tutto ok?

R: Certo, perché altrimenti se così non fosse sarebbe semplicissimo danneggiare dei siti semplicemente copiano e ripubblicando i loro contenuti. Il problema ce l’ha solo chi copia, non chi ha scritto il testo che poi viene duplicato.

D: Giustamente.

R: Google semplicemente ignora e filtra quello che non gli piace.

D: Quindi Ivano tu più che linkare le pagine interne suggeriresti un link brand?

R: Io suggerisco un link al brand ma questo non vuol dire che debba per forza linkare solo la home page, può avere il link anche nella pagina specifica.

Content Gap

D: Domanda da un milione di dollari. Secondo te  tirare su un sito da zero con una link building interna fatta bene e con dei contenuti di qualità quotidiani, quanto tempo Google ha bisogno per posizionarlo? A patto ovviamente che tutto sia fatto bene in termini tecnici.

Ha dei tempi tecnici Google per il posizionamento?

R: Guarda Stefano il posizionamento avviene istantaneamente, cioè se scrivi degli articoli e scegli il taglio giusto e vai a colmare inizialmente dei content gap, non andando subito a competere per delle keyword complesse dove c’è gente da anni, il traffico lo fai dal giorno dopo.

Non è un problema di quanto tempo ci mette Google a posizionare un sito o una pagina.

Ovviamente il traffico è commisurato a quello che hai scritto. QUindi se scrivi tre articoli farai il traffico per quelli. Il traffico inizia subito. Per avere un traffico considerevole ci vogliono mesi perché ci vogliono mesi a scrivere gli articoli non perché Google sia lento ad indicizzare o posizionare un sito.

D: Chiarissimo, ma supponiamo che io voglia per assurdo incominciare a posizionarmi sull’argomento Link Building. Cioè mi voglio proprio scalare la serp per questo argomento e diventare il numero uno. Sull’articolo principale, quanti articoli di link interni dovrei fare?

R: Non c’è una regola. In realtà potresti andarti a vedere cosa ha fatto la tua concorrenza, i tuoi competitor su quell’argomento o keyword e come sono strutturati. Ogni settore è diverso così come ogni concetto, non esiste nessuna regola particolare da seguire.

D:Potrebbe essere anche uno, semplicemente.

R: Si, in molti contesti potrebbe bastarne solo uno. Così come in molti contesti Google posiziona ancora i pillar mentre in altri no; potrebbe essere il caso in cui basta un pillar per posizionarsi: un articolo pillar e via.

D: Cosa intendi per articolo Pillar?

R: Sono gli articoloni da 1.000 e passa parole. Il cosiddetto articolo pilastro.

D: Ma quindi all’interno di un sito non è necessario che tutte le pagine abbiamo dei link interni? O ci possono essere anche articoli orfani?

R: I link interni devono esserci per forza, se un articolo pubblicato sul tuo sito non lo stati linkando da nessuna parte stai praticamente dicendo a Google che di quell’articolo non ti importa nulla.

Quindi se per te quell’articolo non è importante figurati per Google (Ride, NdR).

D: Quindi senza link interni una pagina non viene spinta.

R: Esatto, i link interni per il SEO sono fondamentali. Non solo per far indicizzare e posizionare ma sopratutto per far capire a Google di cosa stiamo parlando e quanto è importante per noi quella pagina.

D: I dati strutturati secondo te avranno rilevanza in termini di SEO?

R: A quanto pare Google sta andando verso risposte singole, quindi questi dati strutturati non faranno altro che dare a Google uno strumento in più per dare dei risultati singoli. Sono importanti per gli eventi e le recensioni ma non ci sono dei Pro per avere i dati strutturati nel sito in questo momento, vedremo in futuro, ora non possiamo saperlo.

Io li userei perché sono un’evoluzione dei siti, Google si evolve e si evolverà ancora quindi stiamogli dietro.

D: La Serp è morta perché Google rilascia un unico risutlato su molte keyword. Quale sarà l’evoluzione di questa cosa secondo te? In un ambito editoriale, se io sto cercando un approfondimento ad un tema specifico come un bando pubblico per ottenere dei finanziamenti, come fa Google a darmi un risultato solo?

R: Non risponderà mai con un unico risultato a queste domande. Questo si ricollega anche al discorso dei dati strutturati: Google sta facendo un archivio immenso della conoscenza, il knowledge graph, il grafico della conoscenza.

Ma i contenuti editoriali hanno disambiguità quindi in quel caso non potrà mai rispondere in maniera univoca. C’è il punto di vista e più soluzioni: se parliamo di legno e falegnameria ci sono decine di applicazioni differenti, dalla falegnameria per la musica ai mobili, all’arte, alle cornici per i quadri e altro ancora.

D: Abbiamo ancora qualche speranza allora. Ancora più importante il discorso sui contenuti e gli argomenti focalizzato su un argmento ampio e non su singola keyword.

R: Si, se invece hai un sito di risposte esatte sei finito (Ride, NdR).

Ringrazio Ivano Di Biasi per la pazienza e gli approfondimenti che ci ha regalato sul link building: vi invito a dare uno sguardo al suo libro che merita veramente di essere nelle librerie tradizionali e digitali di chiunque faccia progetti legati al SEO.