Oggi, in molti vedono la pensione come un vero e proprio miraggio. Ciò, in primis, per la difficoltà di riuscire a trovare un’occupazione stabile, il motivo, però, non è soltanto questo. Nel mondo del lavoro bisogna far fronte a tante difficoltà, tra cui la piaga del lavoro nero che annienta i diritti dei lavoratori e crea grossi danni anche all’economia legale del paese.
Riscatto della laurea ai fini pensionistici
Eppure, c’è chi, nella speranza di coronare il sogno della propria vita, ha deciso, dopo il diploma superiore, di proseguire il corso di studi, iscrivendosi all’università. Fa parte della cosiddetta gavetta, un percorso a tappe che si compie con l’augurio che un giorno possa aiutare a realizzarsi. Ma ci si può laureare anche solo per meri fini culturali e per avere un titolo che, a dispetto di quanto se ne dica, rappresenta, comunque, motivo di vanto e di orgoglio personale.
Chi si è iscritto all’università ed ha conseguito il titolo sa bene che è molto difficile coniugare studio e lavoro. C’è chi, durante il percorso accademico, cerca, magari con lavori saltuari, di pagarsi le spese per studiare, in modo da non pesare eccessivamente sul bilancio familiare o, semplicemente, per cercare di essere più indipendenti ed approcciare sin da subito al mondo del lavoro. C’è chi, invece, preferisce dedicarsi anima e corpo allo studio, con l’obiettivo di conseguire il titolo nel minor tempo possibile e con la conseguente speranza di ottenere quanto prima un buon posto di lavoro.
Chi può riscattare la laurea
A distanza di molti anni dal titolo, magari starai pensando che se non ti fossi laureato avresti potuto cominciare a lavorare prima e, dunque, arrivare in anticipo alla pensione. O, magari, ti stai semplicemente chiedendo se esiste un contributo, una sorta di risarcimento, per chi, a causa della necessità di ultimare gli studi, negli anni di iscrizione all’università non ha potuto lavorare.
Ebbene, forse non sai che in Italia nel 1974 è uscita una legge che consente di riscattare la laurea per aumentare la pensione. Ma a chi è riservata questa opportunità? A tutti coloro che possiedono l’iscrizione all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) oppure alla gestione separata nonché alle altre forme esclusive o sostitutive. In sintesi, in virtù anche delle modifiche apportate alla legge originaria dal decreto legislativo 194 del 1997, possono riscattare la laurea i lavoratori dipendenti, quelli autonomi, nonché professionisti, imprenditori etc.
Precisiamo, comunque, che solo chi ha conseguito il titolo di studio della laurea può presentare questa domanda di riscatto. Se durante gli studi hai lavorato con un regolare contratto di lavoro non potrai ottenere il riscatto del titolo. Ci sono, però, delle eccezioni. Se durante gli studi hai svolto il servizio civile, il servizio militare oppure un tirocinio professionalizzante puoi ugualmente fare richiesta di riscatto della laurea.
In realtà, anche gli inoccupati possono riscattare il titolo di studio. In tal caso, potranno essere i genitori ad esercitare il riscatto. Per inoccupati, comunque, si intende coloro che non risultano iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza e che non abbiano intrapreso, né in Italia né all’estero, un’attività lavorativa.
Quali titoli possono essere riscattati
Sono diversi i titoli che possono essere riscattati. Il diploma universitario è riscattabile, a patto che non abbia durata inferiore a due anni e non superiore a tre. Qualunque tipo di laurea può essere valida per il riscatto, sia quella conseguita prima che dopo la riforma universitaria. Sono validi anche i diversi diplomi di specializzazione così come i dottorati di ricerca e i diplomi rilasciati dagli istituti di Alta formazione artistica e musicale.
Cosa accade ai cosiddetti studenti fuori corso? Ricordiamo che essi rappresentano coloro che, pur avendo conseguito il titolo, sono andati oltre i tempi previsti dal proprio corso di studi. Se, ad esempio, hai scelto un percorso di studi triennale e ti sei laureato dopo cinque anni dall’iscrizione hai accumulato due anni come studente fuori corso. Ai fini del riscatto della laurea cambia poco. Chiaramente, saranno considerati validi, ai fini del riscatto, solo gli anni corrispondenti alla durata naturale del corso di studi.
Cosa accade a chi ha studiato all’estero
Hai conseguito all’estero il tuo titolo di studio e vuoi riscattarlo? Lo puoi fare, a patto che i titoli ottenuti in un paese diverso dall’Italia siano riconosciuti dalle università italiane. In genere, se hai conseguito la laurea in uno dei paesi che aderisce alla convenzione di Lisbona non dovresti avere problemi per il riscatto del titolo. Una volta effettuata la domanda, la palla passerà al Ministero che, dopo aver ricevuto l’intera documentazione dall’Inps, dovrà valutare ed esprimersi sulla riconoscibilità o meno dei titoli ottenuti all’estero.
Altri casi particolari
Non di rado capita che ci si iscriva ad un corso universitario per poi passare ad un altro percorso di studi. Se il passaggio ad altro corso si completa con l’ottenimento del titolo la laurea può ugualmente essere riscattata. L’Inps, comunque, provvederà ad inserire nel calcolo a fini previdenziali solo gli anni relativi al secondo percorso di studi, quello che si è chiuso con esito positivo. Inoltre, con il decreto 194 del 1997 è stata estesa la possibilità di riscatto anche a chi ha ottenuto più di una laurea.
Riscatto della laurea gratis?
No, per riscattare la laurea è necessario sostenere un costo che viene calcolato dall’Inps. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale provvede a calcolare l’importo del riscatto a seconda che il soggetto che deve ottenere la pensione rientra nel sistema retributivo o in quello contributivo.
Se il calcolo viene effettuato attraverso il sistema retributivo si utilizza la cosiddetta riserva matematica. L’onere è calcolato a seconda di fattori variabili come età, sesso, reddito da lavoro percepito negli ultimi anni e così via. Col regime contributivo, invece, si considerano le aliquote contributive di finanziamento valide nel momento in cui si presenta la domanda. In questo caso, la retribuzione di riferimento si riferisce ai dodici mesi precedenti la data di presentazione della domanda e va rapportata agli anni necessari per il riscatto.
Come presentare la domanda di riscatto della laurea
Tra le novità del 2018 figura proprio la modalità di presentazione della domanda per il riscatto della laurea. L’Inps, infatti, ha precisato che le domande potranno essere presentate solo ed esclusivamente per via telematica attraverso l’apposito servizio presente sul sito dell’ente previdenziale. Il pagamento va effettuato tramite gli appositi MAV che l’Inps provvederà ad inviare al richiedente.