Cos’è il marketing e come sfruttarlo per il business

cos'è il marketing

Si sente continuamente parlare di marketing, ma cos’è realmente?

Ci sono tantissime definizioni: si parla di marketing operativo, analitico, strategico.

E ancora, si parla di marketing mix, di marketing 2.0, inbound marketing, ma anche di social media marketing, web marketing, email marketing o ancora Funnel di Marketing e con tutte queste definizioni si rischia di fare confusione.

In realtà sono semplicemente diramazioni di un’unica branca.

Per questo motivo abbiamo voluto realizzare una Guida pratica sul Marketing, che darà ai lettori le prime nozioni utili a capire che cos’è il marketing e come applicarlo in maniera semplice al proprio modello di business.

Cos’è il Marketing e perché serve ad un’impresa

Molti dei canali e degli strumenti che giornalmente vengono utilizzati dagli imprenditori come i biglietti da visita, i siti web, oppure i social e l’email sono strumenti del marketing.

Andando all’origine del significato del termine può essere tradotto come “l’atto di fare mercato”. Quindi, per capire il significato di marketing, bisogna capire il significato di mercato.

Quest’ultimo indica il luogo e il momento in cui vengono effettuati scambi economici e commerciali di materie prime, denaro, beni, servizi, strumenti finanziari ed altro.

Praticamente il luogo d’incontro tra domanda ed offerta. All’interno di questo luogo diventa fondamentale il processo di comunicazione che deve essere ovviamente efficace per avere successo.

Questo processo per essere considerato adeguato deve portare alla soddisfazione del cliente.

Fare marketing vuol dire piazzare sul mercato il nostro servizio, la nostra offerta commerciale, abbiamo così incontrato la domanda di quel prodotto con la nostra offerta.

Siamo quindi disposti a pagare per ottenere il beneficio di quel prodotto o servizio.

Una delle leggi più importanti della comunicazione è che non si può non comunicare. Se il mercato è un processo di comunicazione tra domanda ed offerta, tra acquirenti e venditori è chiaro che devo fare marketing!

Marketing significa studiare l’approccio con cui voglio entrare nel mercato, significa avere una strategia, significa cercare di aumentare l’efficacia delle mie scelte e delle mie decisioni per incontrare nel modo migliore la domanda dei miei potenziali clienti e per servire nel modo migliore i clienti già acquisiti, per fidelizzarli e per portarli a fare altri acquisti.  

Con il marketing l’imprenditore porta la sua impresa o il suo prodottosul mercato.

cos'è il marketing

Evoluzione e sviluppo del Marketing

Nel 1950 il marketing aveva una funzione: quella di far conoscere i prodotti ad una popolazione in pieno boom economico che voleva spendere, ovviamente parliamo dell’epoca dell’industrializzazione anche se non tutte le case avevano la televisione.

Quindi il compito del marketing era quello di creare “autostrade comunicative” parlando del prodotto alle persone. Oggi possiamo dire di essere passati da un marketing verticale dove l’azienda parla del prodotto, ad un marketing orizzontale incentrato sulle persone che parlano tra di loro del prodotto.

Il compito delle aziende è quello di ascoltare cercando di dare il prodotto di cui hanno bisogno le persone.

Per capirne l’evoluzione, possiamo dividere storicamente il marketing in 3 fasi: la prima viene definita marketing 1.0 ed è compresa tra 1950 ed il 1960 e spesso viene definita anche come il ventennio d’oro.

Questa epoca vede la società uscire dalla guerra ed entrare in una nuova fase caratterizzata dalla volontà di tornare sognare e spendere. In base a questa esigenza, la funzione del marketing diventa  quella di portare il prodotto nelle case, farlo conoscere.

La seconda fase chiamata Marketing 2.0 che va dal 1970 al 1980 coincide con la crisi petrolifera mondiale. C’è la stagflazione cioè il benessere degli anni 50 e 60 spinge ancora l’economia ma porta in superfice i primi problemi di carattere economico. Il marketing prende atto di questi problemi e cerca di tradurli iniziando così a parlare non più del prodotto ma del cliente e della sua centralità.

Segmenta il mercato, crea sogni e cerca di dare soluzioni comprendendo che in quel periodo la gente ha bisogno di sognare.

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Dal Marketing 2.0 al Marketing 3.0

La terza fase invece è quella del marketing 3.0 ovvero quello attuale, fase in cui nasce un nuovo concetto: il brand e il suo posizionamento che non è il prodotto e basta ma è ciò che resta nella testa degli interlocutori, ciò che dicono del brand quando escono dal negozio.

Viene definito come una somma di valori e quindi trasforma il marketing in portatore di valori, di soluzioni: da questa evoluzione nascono i cosiddetti Evangelist, ovvero quelle persone entusiaste del Brand a tal punto da difenderlo verso gli attacchi della concorrenza, diffondendo col passaparola le qualità del prodotto e invogliando gli altri a comprare.

Nel 1989 avvengono importanti cambiamenti: si arriva ad una svolta culturale emersa grazie a due eventi fondamentali. Il primo è la caduta del muro di Berlino, l’altro è caratterizzato dalla cosiddetta primavera democratica cinese in piazza Tienanmen, e nonostante non ci fossero tecnologie come quelle odierne le immagini fecero il giro del mondo.

A fianco a questi importantissimi eventi, avviene una svolta in ambito tecnologico. Internet da semplice rete militare diventa commerciale.

Riesce a connettere il mondo dando il via alla globalizzazione.

Inizia la seconda fase del marketing 2.0, che emoziona, coinvolge e si rivolge al cliente singolo facendolo sognare ed emozionare. Si dà il via al marketing orizzontale dove gli stessi consumatori parlano del prodotto, diventano “prosumer” cioè coloro che producono e consumano insieme.

Subentrano i social, che riescono a connettere tutti. Siamo noi stessi che con i nostri endorsement, con i nostri referral facciamo marketing.

Le aziende lo sanno e quindi non lavorano più verticalmente ma lavorano sugli influencer, ascoltano quello che dicono le persone e cercano di dare a quelle stesse persone valore e tutto questo diventa Marketing emozionale, perché noi stessi ci riconosciamo e ci emozioniamo a tal punto per un Brand che spesso siamo noi stessi ad immaginare il prodotto e a suggerire alle aziende i cambiamenti per migliorarlo: un esempio pratico sotto gli occhi di tutti è il marketing emozionale di Apple con l’iPhone.

La fase ancora successiva viene definita marketing 3.0, investe il periodo che va dal 2007 al 2009 e che coincide con una crisi finanziaria internazionale che stravolge nuovamente il mondo. Il marketing prende atto di questo cambiamento e comprende che non deve più creare solo dei sogni ma deve raccogliere le esigenze ed i bisogni della società traducendoli in prodotti e servizi per migliorare la vita delle persone (problemi riguardanti l’inquinamento, il lavoro, la sostenibilità e impresa, i problemi legati al cibo nel mondo, etc.).

Le persone non comprano più il prodotto o il servizio per quello che è, ma lo fanno perché quel servizio porta un valore. Chi ha un’impresa, chi produce prodotti o servizi dovrebbe chiedersi perché dovrebbe interessare a qualcuno, che valore aggiunto porta e quando le persone si riconoscono in quel valore aggiunto. Ecco che allora soddisferanno il loro bisogno.