Gli Npl o Crediti Deteriorati o Crediti Inesigibili sono quei crediti delle banche che i debiti non riescono più ad onorare e possono riferirsi a mutui e prestiti ad aziende e a privati e sono venuti a conoscenza del grande pubblico con la crisi dei mutui subprime in Usa e fanno parte di quelle problematiche che vengono segnalate in Crif.
Crediti Inesigibili: il perchè del contrasto
Sul tema dei Crediti Inesigibili si sta giocando una partita ben più ampia del semplice processo di classificazione e gestione dei crediti deteriorati e che riguarda gli equilibri di potere tra le varie istituzioni comunitarie e le modalità e tempi con i quali procederà il percorso per il completamento dell’unione bancaria.
Non è una coincidenza che l’addendum rivisto presentato dalla vigilanza della Bce sia avvenuto a 24 ore di distanza dal pacchetto varato dalla Commissione europea. E si tratta di due approcci diversi, più soft quello di Bruxelles rispetto a quello dell’Eurotower. La differenza sostanziale è che la Commissione europea fa riferimento ai flussi di nuovi crediti mentre la Bce indica i nuovi Npl.
E’ piuttosto evidente che la distanza tra vigilanza Bce e esecutivo comunitario (sostenuto dall’Europarlamento) non sia l’unico elemento di criticità. La questione delle sofferenze bancarie si inserisce nella fase di negoziati sulla nuova governance dell’area euro con l’Unione bancaria che rappresenta un pilastro fondamentale.
La politica ha spazi di manovra ma con un timing abbastanza ristretto per tentare di rendere compatibili l’assetto della Commissione Ue con quello della Bce. La questione tuttavia ripropone l’assenza di una indicazione politica sulle priorità.
Mps e i Crediti Inesigibili
Il salvataggio di Mps e la relativa procedura sugli aiuti di Stato l’anno scorso hanno evidenziato che Bce e Commissione europea hanno visioni diverse che riflettono a differenti obiettivi.
Per la Bce la stabilità degli intermediari fa premio sulla concorrenza, mentre per la Commissione è l’esatto contrario.
Nel sistema anglosassone e negli Stati Uniti la crisi bancaria esplosa 10 anni orsono è stata affrontata e risolta mettendo da parte i principi di tutela della concorrenza e ricorrendo a piene mani alle risorse del contribuente.
Nell’area euro il percorso è stato tortuoso e qualche volta contraddittorio. Ma spetta alla politica stabilire come e quando il pendolo tra stabilità e concorrenza deve privilegiare l’uno o l’altro.