Digital detox: liberarsi dai social network

digital detox

Si sente sempre più parlare di Digital Detox: nell’era della rivoluzione digitale ogni aspetto della nostra vita e della nostra quotidianità, tanto nella sfera privata quanto in quella professionale, è ormai profondamente e imprescindibilmente intriso di tecnologia. I vari smartphone, tablet, computer sono diventati una vera e propria estensione di noi stessi, al punto che non riusciamo a farne a meno allo stesso modo di un braccio o di una gamba. La brillante intuizione del sociologo McLuhan sui media come nostre estensioni appare, oggi più che mai, veritiera.

Digital detox: cos’è e come si applica?

Ci svegliamo la mattina e il nostro primo pensiero non è il caffè, il partner, il figlio, ma l’iphone, i messaggi WhatsApp, Instagram,  le notifiche dei social network, le e-mail… Andiamo a lavoro e, ancora una volta, non possiamo fare a meno di controllare notifiche e chat, torniamo a casa e invece di condividere la nostra giornata con amici e familiari reali ci rivolgiamo, spesso e volentieri, a quelli virtuali… Insomma, siamo diventati dei drogati digitali, dipendiamo sempre più dalla tecnologia e dal bisogno di essere sempre connessi, always on. Tante, troppe, sono diventate ormai le distrazioni digitali e la tecnologia, inizialmente grande amica nella vita privata come nel lavoro, rischia di trasformarsi, sempre più spesso, in un’acerrima nemica della nostra produttività, come della nostra serenità e felicità.

Diversi recenti studi, infatti, hanno dimostrato che questo eccessivo attaccamento agli ambienti digitali e la conseguente smania di controllare, più e più volte nell’arco della giornata, social e notifiche varie intaccano non poco il benessere psico-fisico, la concentrazione e la produttività dell’individuo. Ogniqualvolta consultiamo il nostro smartphone per connetterci col mondo esterno virtuale, infatti, impieghiamo tempo e energie successivamente per recuperare la concentrazione, il che comporta un calo della produttività sul lavoro. Questa operazione, inoltre, sembra anche ridurre la nostra creatività e causare ansia, stress e frustrazione, che incidono negativamente sul nostro benessere psico-fisico. Il paradosso, però, è che anche stare lontani dagli ambienti digitali comporta lo stesso stato di frustrazione: la FOMO (“Fear of missing out”= paura di perdersi qualcosa) è la sindrome dell’era digitale e consiste nella paura che, rimanendo disconnessi, si possano perdere eventi importanti e unici e il mondo possa andare avanti senza di noi, lasciandoci indietro irreversibilmente.

Digital detox: disintossicarsi dalla tecnologia

Liberarsi da questa prigionia del terzo millennio, però, si può. È qui, infatti, che ci viene incontro il digital detox. Si tratta di una vera e propria cura dal malessere digitale, una “disintossicazione” da chat, social, e-mail, che consiste nel prendersi, finalmente, una pausa dal mondo digitale che ci circonda e, sempre più, ci attanaglia nella sua morsa. Abbandonare completamente, e per un periodo di tempo abbastanza significativo, tutti i nostri device, insieme allo stress, la frenesia e l’inquietudine che essi spesso causano. Perché la “cura” funzioni, secondo la rivista Forbes, occorrono i seguenti passaggi:

  1. una buona motivazione e la consapevolezza della propria dipendenza dalla tecnologia;
  2. mettere in pratica il digital detox per un periodo di tempo rilevante, non meno di 24 ore, meglio se per un’intera settimana, altrimenti non potremmo averne alcun effetto benefico;
  3. riempire il tempo lasciato libero dal digitale con la vita “analogica” (riscoprire la natura, stare con gli amici, chiacchierare con il proprio partner), onde evitare di cadere in tentazione e riaccendere lo smartphone;
  4. godersi il digital detox, superando il senso di spaesamento iniziale, causato dalla mancanza dei propri dispositivi tecnologici, per vivere appieno la piacevole sensazione di pace e serenità dell’essere disconnessi;
  5. tornare connessi gradualmente, recuperando un po’ alla volta le e-mail arretrate, le notifiche e i messaggi persi, senza farsi prendere dal panico, rischiando di perdere nuovamente quel senso di pace che a fatica si è riconquistato, ma valutando le priorità nell’universo digitale di informazioni, spesso irrilevanti, che ci sommerge e riconnettendosi con calma e lentamente.

Digital detox per essere più produttivi

Il digital detox, non a caso, è sempre più in voga negli ultimi anni e tanti sono i personaggi, più e meno famosi, che vi si stanno avvicinando. Diversi, infatti, sono i benefici comprovati che derivano da tale terapia: maggiore produttività e creatività sul fronte professionale (liberando la propria attenzione da infinite informazioni on line, peraltro spesso inutili e superflue, aumentiamo la nostra concentrazione e possiamo dedicare maggiore tempo ed energia a cose importanti e utili); recupero di tempo e energie, utili anche nella vita personale, con conseguente miglioramento dei rapporti interpersonali; riconnessione con se stessi, con la propria interiorità, che non può che migliorare la qualità della propria vita, in termini di serenità e felicità. Con una sola espressione: riprendere il controllo della propria vita.

Ma quali sono gli strumenti del digital detox? Cavalcando l’onda del momento, numerosi sono gli hotel, anche extra-lusso, che si sono votati, o sono nati appositamente, all’arte della disconnessione digitale, garantendo tutti i comfort, la pace e la solitudine necessari a rilassarsi e a godersi la piacevole sensazione dell’essere off line. Sono nate, inoltre, anche diverse app che aiutano a staccarsi dal proprio device, ad esempio ricordando quando è tempo di lasciare il telefono e andare a dormire o regalando acqua ai paesi poveri per ogni minuto in cui non viene riattivato lo schermo dello smartphone. È il paradosso della tecnologia che interviene anche quando si tratta di contrastare e combattere proprio se stessa.

digital detox

Si stanno diffondendo, però, anche scuole di pensiero meno drastiche, che prevedono metodologie e percorsi di digital detox “parziale”, nell’intento di “educare a vivere bene nel digitale”, non eliminandolo del tutto dalla propria vita, anche perché sarebbe impossibile, e controproducente, ma imparando a sfruttarlo nella giusta misura, senza farsene sopraffare. È il caso, ad esempio, della metodologia Digital Felix (www.digitaldetox.it), introdotta dall’esperto di digital detox italia Alessio Carciofi, che consente, attraverso una serie di percorsi, di trovare il giusto equilibrio tra vita reale e virtuale, analogica e digitale, volto al raggiungimento della felicità e del successo, nella sfera personale come in quella professionale. Il principale segreto per ottenere tale “benessere digitale”, secondo l’esperto, è capire cos’è essenziale, tra le tante “distrazioni digitali”, definire le priorità e tralasciare le informazioni inutili o, peggio, dannose per il nostro benessere psico-fisico. Solo così sarà possibile recuperare energie, e tempo, e spostare la nostra concentrazione (“focus”) su ciò che è veramente importante, nella vita come nel lavoro.

digital detox

Anche il sito e l’applicazione Calm possono aiutare a ritagliarsi uno spazio dalla troppa tecnologia, semplicemente notificandoci che dobbiamo staccare per 5, 10, 15 minuti. Tutto questo non può far altro che darci beneficio sia a casa che nel lavoro, rendendoci più consapevoli nell’uso della tecnologia ma anche più produttivi.

Digital Detox e Social Network

Tempo f hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Chamath Palihapitiya, ex manager di Facebook riguardo al fatto che i social network distruggano i rapporti umani e stiano profondamente cambiando la società.

Chamath Palihapitiya sostiene infatti che la dopamina, una sostanza presente nel cervello, è particolarmente sensibilizzata dai social network: dalla loro velocità di interazione e questo porta quasi ad uno stato di ipnosi digitale simile a quello che può avere un drogato – e per questo si spiega anche la difficoltà a stare lontani dai facebook e dai social network in genere.

Secondo Chamath Palihapitiya i più colpiti sono i bambini, che bisogna tenere lontano da questi strumenti, e l’unico modo per proteggersi è disconnettersi.