Il Regime dei minimi è stato introdotto nel 2011 ed è entrato in vigore il primo gennaio del 2012 e prevede un sistema fiscale agevolato per tutti coloro che hanno una partita IVA, ed è stato adottato per favorire la costituzione delle nuove imprese.
Nel momento in cui si deve aprire una Partita IVA si può già capire su che range di fatturato potrebbe posizionarsi la nuova impresa, e se lo si mantiene entro una soglia ben precisa si può entrare un regime contabile agevolato che permette di pagare meno imposte fiscali e di rientrare in un regime di versamento dei contributi agevolato.
Dal regime dei minimi al regime forfettario
Il regime dei minimi è stato attivo con questo nome fino al 2015, ed era previsto per le persone fisiche, liberi professionisti e aziende di piccole dimensioni: oggi il regime dei minimi è stato sostituito dal regime forfettario.
Il regime forfettario è simile a quello dei minimi, inoltre coloro che hanno aperto la partita IVA prima della modifica avvenuta con la legge di Stabilità del 2014, potranno continuare a usufruire della vecchia legge sui regimi di minimi se la partita iva è attiva.
Durante la legge delega per la revisione fiscale approvata l’11 Marzo del 2014, si è previsto il passaggio dal regime dei minimi al regime forfettario. Questo è stato approvato e poi emanato a partire dal 2015, la modifica è stata effettuata al fine di rendere il sistema del regime dei minimi più agevolato, e quindi avere maggiori agevolazioni per l’apertura di una partita IVA.
Inoltre, il nuovo regime forfettario ha permesso di attuare un processo di semplificazione fiscale, in modo più equo e trasparente.
Regime Ordinario, Forfettario, Semplificato
Quindi oggi non abbiamo più 5 regimi, come prima del 2015, ma adesso lo stato italiano prevede solo 3 regimi in totale, ossia:
- ordinario
- forfettario
- semplificato
Grazie a questa semplificazione nel momento in cui si vuole aprire una partita IVA, dopo il primo gennaio 2015 è necessario accedere a uno di questi tre regimi. Se si desidera scegliere un regime agevolato, allora si dovrà effettuare l’accesso al regime forfettario e non più a quello dei minimi. Chi faceva già parte del regime dei minimi, può scegliere di rimanere in tale sistema, oppure è possibile optare per un passaggio dal regime dei minimi al regime forfettario.
Per tutti coloro che erano nel regime dei minimi e hanno deciso di effettuare il passaggio a quello forfettario, allora questi potranno usufruire dell’aliquota sostitutiva del 15%. L’aliquota sostitutiva del 15% permette di ottenere un coefficiente di redditività in base all’attività che è stata svolta e in base al codice ATECO con la quale si opera.
Requisiti per accedere al regime forfettario
Dato che il regime dei minimi non esiste più, da quest’anno sarà necessario aprire una partita IVA con il regime forfettario. Questo prevede un’aliquota al 15%, questa è la percentuale prevista per tutti coloro che aprono una nuova partita IVA.
- Il regime può essere applicato per almeno 5 anni, e al massimo sino al compimento dei 35 anni e non oltre.
- Per accedere al regime forfettario è necessario, anche rispettare alcuni limiti come:
- Non aver esercitato un’attività professionale, d’impresa o artistica in forma associata o familiare nei tre anni prima dell’apertura della nuova partita IVA
- L’attività non può essere la prosecuzione di un’altra già avviata come lavoro dipendente o come lavoro autonomo.
- Nel caso in cui sia la prosecuzione di un’attività svolta negli anni precedenti, il regime prevede un guadagno inferiore ai 30 mila euro.
- Non si possono sostenere spese per collaboratori o lavori dipendenti
- Non ci si può avvalere di altri regimi fiscali o sui valori aggiunti
- è necessario essere residenti
- non è possibile partecipare anche a società a responsabilità limitata o di persone
Obblighi da rispettare nel regime dei minimi
Durante il regime dei minimi è necessario rispettare alcuni canoni ben precisi per riuscire a effettuare i calcoli previsti per il pagamento delle tasse.
Gli obblighi previsti sono:
- La conservazione e la numerazione delle fatture
- Emissione delle fatture con l’indicazione di lavoro all’interno del regime forfettario
- Certificazioni dei corrispettivi sulle fatture che sono state emesse
- I contribuenti in questo regime non devono registrare o tenere le scritture contabili
- Bisogna conservare tutti i documenti emessi e ricevuti
- Necessario presentare la dichiarazione dei redditi come previsto per legge
- Registrare tutte le fatture emesse e gli acquisti effettuati
Inoltre, è necessario conservare tutti i documenti tranne le fatture di acquisto e le bollette d’importazione. Naturalmente per conoscere tutti gli obblighi che bisogna sostenere durante il regime forfettario è possibile richiedere maggiori informazioni al proprio commercialista.
Durata del regime forfettario – ex regime dei minimi
Il regime forfettario permette a tutti coloro che lo desiderano di rientrare in un regime fiscale agevolato. Come riportato dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento numero 185825 del 2011, la durata di questo regime dev’essere applicato solo per un periodo limitato.
Nel momento in cui, s’inizia a lavorare all’interno di questo regime è necessario che i soggetti rimangano al suo interno per almeno quattro anni di attività.
I soggetti che però non hanno ancora compiuto trentacinque anni, possono applicare il regime fiscale di vantaggio sino al compimento del trentacinquesimo anno di età.
Il calcolo dei quattro anni, dopo i 35 anni, viene effettuato dal giorno in cui s’inizia la propria attività produttiva. Questa dunque fa riferimento all’inizio effettivo dell’attività e non solo al momento in cui si apre la Partita IVA.
Nel caso si scelga di fuoriuscire dall’applicazione del regime fiscale di vantaggio, bisogna sapere che successivamente non sarà più possibile avvalersene.