Per molti l’argomento del quale parleremo in questa guida sembrerà pura fantascienza, in realtà è un sistema usato da molti anni prima nel marketing e poi nel web marketing: sto parlando delle HeatMap (o mappe di calore), ovvero della possibilità di tracciare il comportamento dei proprio utenti sul sito web, visualizzando esattamente le zone della pagina dove si sono soffermati, hanno cliccato o fatto scroll.
La cosa che stupirà molti è che le HeatMap sono oggi alla portata di tutti e chiunque ha un sito web o un e-commerce può installarle e monitorare così il comportamento dei propri utenti per cercare di migliorare la user experience. Esiste infatti un software online, Hotjar, che consente di fare questo e molto altro – e soprattutto è gratis.
Heatmap e Neuromarketing
Poco fa ho parlato di web marketing ma in realtà dovrei usare il termine Neuromarketing per definire l’argomento correlato alle mappe di calore, ovvero l’applicazione di quelle tecniche scientifiche che analizzano come il cervello umano risponde agli stimoli del marketing, e le Heatmap fanno parte di questo segmento e degli strumenti utilizzati abitualmente da chi fa neuromarketing.
Avevo già accennato velocemente alle HeatMap nella recensione del libro Brand Positioning che vi invito a leggere. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire come funziona Hotjar e come avere le Heatmap sul nostro sito web.
Hotjar: come funziona?
Usare Hotjar è più semplice di quello che sembra: anzitutto andiamo sul sito e ci registriamo, ci sono diversi piani da scegliere e intanto direi che scegliamo quello gratis, che ci consente comunque un monitoraggio giornaliero e tutte le funzioni dei pacchetti più costosi, con il solo limite di 2.000 pageviews al giorno, più che sufficienti per la maggior parte dei siti web.
Una volta registrati, andiamo nella Dashboard di Hotjar e clicchiamo sul tasto +, inserendo il nostro sito web del quale ovviamente dobbiamo essere i proprietari o se lo gestiamo dobbiamo avere le dovute autorizzazioni del cliente e confermare il tutto via e-mail.
Sostanzialmente nella Dashboard le principali sezioni di Hotjar che vedremo in questa guida sono quelle delle Heatmaps, del Recordings e dei Funnels che rappresentano quelle che vengono utilizzate di più. Vediamole nel dettaglio una per una.
Hotjar: Heatmaps
Per creare una Heatmap su Hotjar basta andare nel menu di destra, sotto la voce Analytics e cliccare su Heatmaps e poi sul tasto verde in alto New Heatmap. A questo punto inseriamo il nome del progetto, le pageviews che vogliamo visualizzare nella statistica e la url del sito o della pagina che vogliamo monitorare.
Fatto questo salviamo e aspettiamo che ci si completino le pageviews che abbiamo indicato, in modo da avere il numero di utenti medi adeguati per poter avere un’analisi che abbia un senso.
In questa sezione avremo la possibilità di visualizzare il comportamento degli utenti in tre diversi parametri: Movimento, Click e Scroll.
HeatMap Movimento
La Heatmap Movimento registra e analizza come si è mosso il puntatore del mouse – o il dito se si tratta di smartphone – all’interno della pagina, evidenziando le zone con maggiore passaggio con colori caldi e quelle con meno passaggio con colori freddi – da qui il nome HeatMap appunto. Nelle zone del sito dove non vedete i colori significa che l’utente semplicemente non ci è neanche andato ma questo non significa che non le abbia viste.
HeatMap Click
La Heatmap Click registra invece dove hanno cliccato gli utenti in quella pagina, ed è particolarmente interessante ed utile per le conversioni. Possiamo capire dove si soffermano, cosa interessa loro di più, se una call to action è posizionata nel punto e nel modo giusto, etc.
HeatMap Scroll
Lo scroll ci fa invece capire se gli utenti leggono tutta la pagina fino in fondo o se si soffermano solamente nella parte superiore, quella immediatamente visibile quando si carica la pagina. Anche qui viene evidenziato tutto per colori dal rosso-arancione all’azzurro-ciano.
Hotjar: Recordings
La sezione Recording di Hojar è quella più interessante perché profila e registra ciò che i singoli utenti hanno veramente fatto in una determinata pagina per tutto il tempo in cui sono stati dentro: si può seguire il movimento del mouse visualizzando una linea, vedere dove si sono soffermati, dove hanno fatto click oltre ad avere le statistiche sulla durata della connessione, la nazione di provenienza, il browser, il device usato (desktop o mobile) e il sistema operativo.
Hotjar: Funnels
Mi rendo conto che molti – purtroppo per loro – non sanno ancora che cos’è un funnel di vendita, per questo rimando alla nostra guida. Per chi conosce già il termine e le potenzialità, con Hotjar possiamo creare diversi Funnels e monitorare il tasso di conversione di ciascuno.
Ad esempio, vogliamo vedere se gli utenti dalla home page cliccano sulla pagina della newsletter? basta inserire le due pagine e monitorare il tasso di conversione per capire se stiamo lavorando bene o occorre qualche cambiamento nella call to action.
Hotjar Conviene?
Con Hotjar possiamo analizzare dei dati reali sul reale comportamento dei nostri utenti, possiamo capire realmente cosa fanno, come se fosse un test: quindi anche il lancio di un nuovo prodotto o di un sito web può essere prima testato in fase esplorativa e poi si può correggere il tiro in base a cosa realmente fanno coloro che visitano il sito.
Finisce così l’era della progettazione web istintiva e ne inizia una nuova, volta alla user experience reale del cliente / utente e alla progettazione analitica del web.
Quindi se mi state chiedendo se conviene usare o no Hotjar, vi faccio io una domanda: ancora non lo state usando?? E’ uno strumento fondamentale del web marketing e non si può prescindere dal suo utilizzo e dall’analisi del comportamento degli utenti, semmai con il GDPR alle porte occorre specificare agli utenti che si collegano l’utilizzo dello script di Hotjar e garantire loro la possibilità di navigare senza essere profilati.