I cosiddetti lavoratori precoci, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni, possono accedere a quelle che vengono definite pensioni precoci. Cosa sono le pensioni precoci nel dettaglio e come funzionano? Diciamo subito che questa legge chiamata con il nome di Quota 41 è stata approvata dal governo con la legge di stabilità del 2017.
La Quota 41, permette a tutti coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni di ottenere la pensione anticipata con 41 anni di contributi, invece che con 42 anni e 10 mesi come previsto dalla legge Fornero.
Come funziona la pensione precoce
Con la pensione precoce dunque è possibile andare in pensione con circa un anno e dieci mesi di anticipo, rispetto a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo i vent’anni. Bisogna ricordare però, che saranno 41 anni giusti solo sino alla fine del 2018. Perché nel 2019 con l’aumento dell’aspettativa di vita si potrà accedere alla pensione precoce con 41 anni e cinque mesi di contributi.
I contributi per raggiungere la quota 41 sono sia quelli che derivano da rapporti di lavoro continuativi sia quelli che derivano dal lavoro discontinuo. Inoltre, valgono anche i contributi figurativi.
Ottenere la pensione con 41 anni di contributi dunque è possibile per:
- dipendenti nel settore pubblico
- dipendenti nel settore privato
- lavoratori autonomi: artigiani, coltivatori diretti e commercianti
- Liberi professionisti
Ma vediamo insieme quali sono i contributi validi per ottenere la pensione per lavoratori precoci.
Pensioni precoci: i contributi validi prima dei 19 anni
Le pensioni precoci possono essere ottenute con 41 anni di contributi che sono una somma degli anni di lavoro e quelli che invece sono considerati figurativi.
L’anno di lavoro prima dei 19 anni, previsto per l’accesso alla Quota 41, dev’essere un anno contributivo raggiunto con almeno 12 mesi di lavoro reale. Quindi in questo periodo non sono applicabili i contributi figurativi.
Solo l’attività che deriva dal lavoro autonomo o dal lavoro dipendente può essere utilizzata per i 12 mesi lavorati durante la minore età.
Riscatto contributivo per ottenere la pensione precoci
La pensione precoci prevede però la possibilità di ricongiungere al periodo di lavoro anche i contributi versati volontariamente, nel momento in cui questi non siano stati versati da parte del datore di lavoro. Dunque, se si è lavorato per un periodo, ma il datore di lavoro non ha versato i contributi previsti, è possibile comunque ottenere la pensione precoci, versando la somma dovuta.
Questa disposizione è dovuta per ottenere i 12 mesi richiesti dalla norma per ottenere l’accesso alla pensione precoce. Questi se versati volontariamente dunque possono permettere il riscatto dell’anno contributivo richiesto prima dei 19 anni.
Oltre ai contributi versati volontariamente, al posto del datore di lavoro è possibile raggiungere la Quota 41 attraverso la contribuzione versata attraverso fondi pensionistici obbligatori differenti da quelli versati allo Stato italiano. Infatti, se si lavora per esempio in un paese dell’Unione Europea versando i contributi obbligatori previsti, è possibile procedere al ricongiungimento di questi con quelli italiani.
Il lavoratore per accedere alle pensioni precoci può raggiungere i 41 anni di contributi attraverso la cumulazione dei vari periodi assicurativi. Quindi se si è iscritti anche ad altri enti contributivi come ad esempio quelli che sono versati nella gestione separata dell’Inps, oppure nelle varie casse professionali.
Infine, dopo i 19 anni è possibile raggiungere i requisiti dei 41 anni di contributi attraverso la contribuzione versata a favore del lavoratore a qualunque titolo. Bisogna ricordare che il ricongiungimento con altre forme previdenziali può avvenire solo nel caso in cui il lavoratore abbia raggiunto con il lavoro tradizionale almeno 35 anni di contributi reali.
Una volta che si sono raggiunti i 35 anni di contributi reali è possibile quindi ricongiungere tutti i periodi di contributi accreditati, quali:
- contribuzione volontaria
- figurativa
- riscatto
Sono esclusi dal conto dei trentacinque anni tutti i contributi figurativi che invece sono versati durante i periodi di malattia e i periodi di disoccupazione rilasciata dall’Inps.
Come si calcola l’assegno pensionistico?
L’assegno pensionistico che si ottiene con la Quota 41 per lavoratori precoci è calcolato attraverso il sistema misto. Questo sistema prevede il calcolo dell’importo dell’assegno attraverso il sistema contributivo (che calcola la somma da percepire in base agli anni effettivi di lavoro) e con il sistema retributivo (che basa la somma da percepire in base alla somma percepita nell’ultima busta paga).
Il sistema misto dunque prevede che si adoperino entrambi i sistemi, questo è previsto per tutti coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1995.
Quindi il calcolo della somma dell’assegno per la pensione sarà effettuato con questo sistema privilegiato. Infatti, per tutti coloro che invece, hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 l’assegno dovrà essere calcolato attraverso il sistema contributivo.
Ma chi può accedere alle pensioni precoci? Vediamolo insieme.
Come accedere alla quota 41
La Quota 41 prevede l’accesso alla pensione con soli 41 anni di contributi. Però questo non è l’unico requisito per ottenere il trattamento pensionistico anticipato. Per richiedere l’assegno pensionistico anticipato sarà necessario obbligatoriamente rispettare tutti i punti previsti dalla legge per la Quota 41.
Quindi per accedere alle pensioni precoci è necessario:
- Essere disoccupati a causa di un licenziamento collettivo oppure singolo. Le dimissioni sono valide solo se fornite per giusta causa o per ottenere una risoluzione consensuale. I disoccupati che vogliono richiedere la pensione, non devono più percepire la NASPI da almeno 3 mesi prima di inviare l’istanza all’Inps.
- I lavoratori che almeno da sei mesi stanno assistendo un coniuge o un figlio affetti da disabilità e con un’invalidità dichiarata superiore al 74%. Nel 2018 oltre al coniuge e al figlio vengono inclusi anche tutti i gradi di parentela che si estendono sino al secondo grado e affini. Questo è possibile solo nel momento in cui i genitori dell’affine o del parente abbiano più di settanta anni o siano anch’essi disabili.
- I lavoratori che sono stati dichiarati invalidi civili e che hanno un’invalidità pari almeno al 74% possono richiedere la Quota 41.
- Infine, i lavoratori che svolgono mansioni considerate logoranti e attività che rientrano all’interno delle 15 categorie previste nelle categorie da lavoro gravoso. L’attività gravosa dev’essere svolta inoltre per 7 anni negli ultimi dieci di lavoro.