Tassa di Successione: a quanto Ammonta?

Ricevere un’eredità è sicuramente un piacere, ma è importante considerare alcuni casi in cui la legge prevede anche un onere fiscale. Chi riceve beni mobili, immobili, diritti reali o denaro come eredità, infatti, è tenuto a pagare l’imposta sulle successioni detta anche “tassa di successione” e a presentare la relativa dichiarazione per il calcolo delle tasse.

L’Agenzia delle Entrate stabilisce l’importo dovuto sulla base dei dati forniti e, se necessario, effettua correzioni per eventuali errori di calcolo della base imponibile. Vediamo dunque cos’è la tassa di successione, quanto costa e come pagarla.

Come viene applicata la Tassa di successione

La successione rappresenta un evento giuridico che si verifica quando una persona subentra nella posizione giuridica di un altro soggetto. Un esempio classico di successione si rinviene nella causa di morte di un individuo, seguita dal processo di eredità.

In caso di decesso, le proprietà del defunto transitano agli eredi (se accettano l’eredità). Tale trasferimento patrimoniale comporta l’applicazione di un tributo da parte dello Stato, adempiuto tramite l’Agenzia delle Entrate, determinando così l’istituzione dell’imposta di successione.

beni che rientrano nell’asse ereditario includono:

  • Beni immobili e diritti reali immobiliari;
  • Aziende, navi e aeromobili;
  • Denaro, gioielli e mobili, fino al 10% del valore netto dell’asse ereditario;
  • Rendite e pensioni;
  • Azioni e obbligazioni, altri titoli, quote sociali;
  • Crediti.

Quanto si paga di Tassa di Successione

La parte più importante è sicuramente questa: capire a quanto ammonta la somma dell’imposta di successione. Ma andiamo per gradi. Per poter ereditare una proprietà, è necessario pagare un’imposta di successione, la quale varia a seconda del grado di parentela e prevede delle franchigie. Vediamo quali sono:

  • 4% per i trasferimenti a favore del coniuge o di parenti in linea diretta (ascendenti e discendenti) applicata sul valore netto che supera 1 milione di euro per ogni beneficiario;
  • 6% per i trasferimenti a favore di fratelli o sorelle, da applicare sul valore netto eccedente 100.000 euro per ciascun beneficiario;
  • 6% per i trasferimenti a verso i parenti fino al quarto grado, aegli affini fino al terzo grado, da applicare sul valore netto trasferito senza franchigia;
  • 8% per i trasferimenti a favore di tutti gli altri soggetti, senza applicazione di franchigia. È importante tenere presente che, prima di presentare la Dichiarazione di successione, è necessario pagare altre imposte nel caso in cui siano presenti beni immobili nella successione.

Beni esenti dall’Imposta di Successione

Non bisogna versare nessuna tassa di successione su alcune tipologie di beni che, dunque, non rientrano nell’eredità o nella donazione.

  • Titoli di stato italiani o di altri paesi all’interno dell’Unione Europea.
  • Le aziende o i rami di azienda;
  • Il TFR;
  • Le polizze sulla vita.
  • Veicoli presenti nel Pubblico Registro Automobilistico.

È importante ricordare che le norme fiscali possono variare nel tempo e potrebbero esserci delle modifiche dopo la mia data di conoscenza, che è settembre 2021. Pertanto, ti consiglio di verificare con un consulente fiscale o con l’Agenzia delle Entrate le norme attuali riguardanti l’imposta di successione per assicurarti di essere correttamente informato.

Come Pagare l’imposta di successione

Quando si riceve un’eredità, il beneficiario della somma riceve una notifica tramite un avviso di liquidazione. L’importo deve essere saldato in modo obbligatorio entro 60 giorni, compilando il modello F24, ma non è l’unico modo: se si tratta di cifre alte e complesse si può anche rateizzare la somma a patto che il 20% sia consegnato entro 60 giorni dal momento della notifica. Per il resto, il rimanente verrà suddiviso in 8 tranche trimestrali, con interessi.

L’erario, nell’ambito della successione ereditaria, determina l’imposta di successione in base alla dichiarazione presentata dagli eredi. Eppure, la liquidazione automatica delle tasse, contemplata dal decreto ministeriale del 21 maggio 1997, riguarda solamente le imposte ipotecarie, catastali e di bollo, ma non l’imposta di successione stessa. Come abbiamo accennato, per pagare le imposte di successione, si possono utilizzare il modello F24 o optare per l’addebito diretto sul conto corrente. Inoltre, è possibile rateizzare il pagamento.

Come si calcola la tassa di successione

In parole semplici, la regola per pagare la tassa di successione è questa: “patrimonio totale a cui togliere debiti e spese sanitarie dei sei mesi precedenti uguale a eredità sulla quale calcolare la tassa di successione, in base alla tipologia di ogni bene“. Dunque, si tratta di prendere tutte le proprietà appartenute al defunto come beni immobili e i relativi diritti reali, beni mobili, titoli, e rapporti bancari e sottrarre i debiti, ovvero le passività lasciate dal defunto.

Per calcolare la tassa di successione è necessario seguire una regola generale, apparentemente complessa: basta sommare tutti i beni e i diritti che costituiscono il patrimonio del defunto e sottrarre i debiti e le spese sanitarie che gli eredi hanno sostenuto nell’arco degli ultimi 6 mesi. Il risultato di questa sottrazione è proprio la base imponibile a cui applicare l’aliquota in base alla parentela degli eredi. Per ottenere la singola quota, dividi il valore netto totale per le relative quote.

Esempio calcolo tassa di successione

Calcolare l’imposta di successione su una proprietà richiede una rivalutazione intricata della rendita catastale, incrementandola del 5% e poi moltiplicandola per uno dei seguenti coefficienti:

  • 110, se la proprietà è una prima casa;
  • 120, nel caso di una proprietà classificata nelle categorie catastali A o C;
  • 140, qualora la proprietà cada nella categoria catastale B;
  • 60, per le proprietà in categoria catastale A/10 (studios professionali e uffici) e D;
  • 40,8, per gli immobili in categoria catastale C/1 (negozi commerciali) ed E.

Vediamo un esempio pratico, con delle cifre reali. Supponiamo un nostro caro ci lasci e ceda in eredità ai propri eredi i seguenti averi:

  • Una dimora dal valore di 800.000 euro;
  • Un conto bancario con un saldo di 300.000 euro;
  • Un’automobile stimata 50.000 euro.

Il valore complessivo dell’eredità ammonta a 1.150.000 euro. Dato che il beneficiario è un discendente diretto, la franchigia è di 1 milione di euro, mentre l’aliquota applicabile è del 4% sul valore che eccede la franchigia.

Approfondimenti