Era il 1987, si telefonava dalle cabine e non erano ancora stati inventati i voli Low Cost e il muro di Berlino era ancora in piedi. Ma tremila ragazzi partivano per andare a studiare in un altro Paese. Erano i pionieri deel Programma Erasmus il programma dell’Unione Europea che consente agli studenti universitari di passare fino ad un anno in un altro Paese.
Da allora ne hanno già approfittato oltre tre milioni di studenti fra i quali 225 mila italiani. Questi ragazzi hanno avuto la possibilità di imparare un’altra lingua, hanno conosciuto un altro Paese, altre abitudini, hanno scoperto nuove idee. Hanno fatto un’esperienza internazionale sempre più preziosa sul mercato del lavoro. Diventando sempre di più uomini e donne di mondo imparando a riconoscere la diversità come ricchezza.
Dal 2014, grazie al programma Erasmus Plus non saranno solo gli studenti a partire ma anche giovani lavoratori e si stima che entro il 2020 saranno in quattro milioni a partire. La cosiddetta generazione Erasmus è forse la prima a sentirsi veramente europea. Ma come funziona e cosa bisogna fare e come candidarsi per entrare a far parte di questa generazione?
L’Erasmus quindi non è altro che un progetto istituito dalle università in collaborazione con l’Unione Europea che permette di frequentare il proprio corso di studi o uno molto simile all’estero. All’Erasmus possono quindi partecipare tutti i corsi di studio sostenendo gli esami nella lingua del Paese in cui si deciderà di stare.
Come si partecipa al progetto Erasmus?
La prima cosa da fare è leggere un documento, un po’ lungo e noioso ma molto utile che si chiama bando e che viene pubblicato, indicativamente tra dicembre e gennaio sul sito della propria università nella sezione mobilità internazionale e contiene tutte le informazioni e i requisititi minimi che bisogna possedere per potersi candidare al programma.
Ogni università ha infatti delle regole differenti l’una dall’altra. Dopo aver capito di essere idonei, si potrà compilare la domanda che è composta da più parti. La prima parte della domanda, quella che si incontra per primo, è la parte anagrafica in cui bisognerà insierire i propri dati. Una volta compilata la parte relativa alle informazioni anagrafiche si passerà alla seconda parte e cioè quanto deve durare il soggiorno.
Per l’erasmus classico, quindi non quello relativa alla tesi o al tirocinio, la durata minima è di solito di sei mesi, ogni tanto anche tre a seconda delle università che si scelgono, anche se solitamente non è mai inferiore a sei mesi, fino ad arrivare ad un masismo di dodici. In genere si può fare solamente un anno di erasmus durante l’università quindi se si decide di fare un Erasmus unico di dodici mesi non si potrà poi ripetere l’esperienza durante la vita accademica.
Come scegliere la meta e quante mete si possono scegliere?
Le destinazioni, sul bando, sono moltissime ma bisogna fare attenzione perché sono suddivise per percorso di studi, cioè si può accedere ad alcune città solamente se si frequenta un corso in lingue, se si frequenta la facoltà di giurisprudenza oppure medicina e così via.
Per cui il fattore principale nella scelta della destinazione è la coincidenza tra il corso di studi e la città che si vole scegliere per trascorrere un periodo di studio all’estero. Una volta che si individuano le mete che si preferisce, si possono esprimere fino a tre preferenze e nell’ordine di preferenza. Non è detto neanche che, nel caso si venga selezionati, l’ordine di preferenza venga rispettato, si può infatti essere selezionati anche per la terza opzione indicata nella compilazione del bando.
Inoltre è necessario sapere che per ogni meta ci sono limitati posti disponibili. In alcune università possono essere quattro, in altre università due in altre ancora addirittura solamente uno. Per questo spesso bisogna cercare di ragionare, quando si decide la meta, di effettuare una scelta strategica.
La lingua. Per quanto riguarda il livello linguistico, alcune università non lo richiedono, altre consigliano di avere una determinata conoscenza della lingua altre invece vogliono obbligatoriamente in allegato il documento ufficiale che testimonia il livello di conoscenza della lingua (come potrebbe essere un livello FIRST in inglese, un Delf o un DELE…). Un consiglio che si tende a dare a chi ha intenzione di partecipare ad un bando Erasmus è quello di andare sul sito dell’università (anche un anno prima di partire) e cercare un bando dell’anno precedente che solitamente rimane in archivio.
Questo perché molte mete rimangono più o meno le stesse, quindi ci si può fare un’idea su quali mete sono più attraenti, controllare se è necessario avere un certificato ufficiale e durante l’anno prepararsi a prenderlo. La sceta della città dipenderà quindi anche dalla lingua. Si potrà scegliere infatti una ittà in cui si parla una lingua che si conosce molto bene così da tornare con un livello altissimo di conoscenza di quella lingua che permetterà di differenziarsi da tutti gli altri, oppure si sceglie una città in cui si parla una lingua che si sta ancora imparando ma non che no si è sentito neanche mai parlare questo perché bisogna sempre tener presente che bisognerà sempre seguire le lezioni universitarie e sostenere gli esami nella lingua di quel paese.
Una volta inserita la destinazione si arriva all’ultima parte che è anche quella più importante: la lettera motivazionale.
La lettera motivazionale è un testo che bisogna scrivere alla Commissione in cui bisogna raccontare i motivi che hanno spinto lo studente a presentare domanda e in cui bisogna essere convincenti per riuscire ad aggiudicarsi il posto nell’università e nella città che si è scelto perché, ricordiamo, che gli studenti sono tutti in concorrenza tra loro per i posti messi a disposizione dai bandi.
Eventualmente per ulteriori informazioni potete anche consultare la nostra Guida Cv.
Ovviamente se si studia in un’università piccola la probabilità di essere presi sarà un po’ più semplice, mentre se si studia in un’università più grande la lettera dovrà essere davvero davvero accattivante. Per poter avere maggiori chance, in questo caso, è bene non scrivere, nella lettera motivazionale, cose troppo generiche o troppo brevi (per esempio citando esami particolari che sono in una determinata università).
Una volta scritta la lettera, bisognerà inserire nella domanda anche gli esami sostenuti e il voto perché questi due aspetti verranno presi in considerazione per la valutazione finale e incideranno sull’esito dell’accettazione o meno della domanda. Media, crediti totalizzati, lettera motivazionale e livello di conoscenza della lingua saranno i criteri su cui si baserà la valutazione che deciderà l’accesso o meno al programma Erasmus.
Una volta inviata la lettera ci vorrà un po’ di tempo per sapere l’esito che verrà comunicato tramite delle graduatorie in cui si scoprirà se la domanda è stata accettata e la destinazione che è stata assegnata.